sabato 30 giugno 2018

Ci guardiamo imbarazzati come colpevoli, in biblioteca, d’estate, a Milano.
La tipa che condivide con me tavolo e concentrazione non spegne mai lo schermo del telefono. Sposta lo sguardo dalla carta al vetro senza soluzione di continuità e così mi illumina il manuale: Onnipotenza della lingua. Paragrafo un po’ presuntuoso penso, un po’ teologico, politico, un po’ erotico, un po’ sei indietro, cazzo ti permetti di alzare lo sguardo? “Il linguaggio verbale umano può dare espressione a qualsiasi contenuto”. Persino a se stesso, persino a me che lo fisso da una decina di girate di caffè, persino alle girate di caffè che mia nonna e solo mia nonna chiama rugate, da cui l’espressione “dagli una rugata” prima che da piccola mangiassi uno yogurt, per poi pentirmene e lasciarlo a metà.
“Quello che provo
Non si spiega a parole”
Tocca la notifica.
Sorride.
Più sotto si dice che la funzione metalinguistica si sviluppa tardi. Se a un bambino di sei anni chiedi di dirti una parola lunga, è normale che risponda “treno”.
Prova a chiedere al tuo destinatario, vedi se digita “noi”.
E adesso chi me lo leva dalla testa Tiziano Ferro?
Io
non me lo so
spie
ga
re

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