sabato 18 agosto 2018

Siamo in arrivo a
Savona con un ritardo 
di settanta minuti. 
Non è un haiku, ho contato le sillabe più volte, la metrica di Trenitalia rimarrà nel faldone di misteri irrisolti, che un giorno consegnerò di persona a Roberto Giacobbo, come “Creativity is more than just”? La frase sulla maglietta della mia dirimpettaia si infrange nella piega profonda fra seno e stomaco, che ne inghiotte la verità ultima. Di sicuro creativity is more than just il libro che legge la coppia sull’altro sedile, mano nella mano. S’intitola Mi vivi dentro. Ottimo per il racconto di una gravidanza, la biografia di Hannibal, una produzione Passion-HD o un gruppo d’ascolto per dissenterici cronici, penso. Lo cerco su Google. Parla di cancro al seno. Mi sento in colpa. I due Paolo e Francesca, per essere così affettuosi, sorridenti e sopra i quaranta, si sono conosciuti appena prima di salire? Il tipo che hanno di fronte è infastidito quanto me? L’altra avrà trovato il fantasmino che si cercava nella scarpa? La sudamericana che è passata tre volte a interrogare i numeri dei sedili, era grassa o incinta? Il tipo al mio fianco quante volte si sarà addormentato in pubblico, da quando si è tatuato sul braccio Homo faber fortunae suae? Anch’io come lui, un giorno, riceverò contemporaneamente messaggi coi cuori da Amore e Elena R Lavoro? Quanto manca? “Io lavoro nei cantieri Frecciarossa, non sono i treni, è tutto il resto che non funziona: le infrastrutture, gli scambi, le persone.”
Creativity is more than just – being different.
Si è alzata, è andata in bagno.
Qualcuno le vivrà dentro?