domenica 4 luglio 2021

Fra un mese esatto scadono i miei ventisette.
Da quando ho smesso di andare ai giardinetti con la nonna, ogni età mi è sembrata sbagliata: sono stata o troppo piccola o troppo grande, mai degli anni giusti nell’anno giusto. Anche adesso la mia età dipende più dal giorno che dagli anni, a seconda di cosa e di chi incontro, per la legge del confronto, che è giusto scoraggiare, ma alla fine è inevitabile, nella società della performance, basata su disuguaglianze. Ecco, ora mi sento vecchia.
L’altro giorno, fra l’odore di asfalto e protezione solare, ho scoperto di aver reimparato a sopportare l’estate a Milano e avrei voluto un ragazzo col motorino per il vento, le mani sui fianchi, far preoccupare mia madre nelle curve, e scappare appena fuori città, a dare un nome alle nuvole e a ipotizzare quanto ci ha rovinati la Disney. Mi sono sentita più giovane, poi di nuovo molto vecchia. Allora mi sono concentrata sul respiro, che ora mi viene facile, mentre qualche anno fa non mi sembrava nemmeno involontario, così come il battito del cuore e poter fare progetti che dessero per scontate le albe dei giorni successivi. Ho preso un respiro fino al fondo, al fondo di tutti gli altri organi, che non so nominare ma mi seguono da sempre, dappertutto, con fiducia e quella che chiamerei magia, se solo fossi meno cinica. L’aria della mia città mi è sembrata la stessa di quando andavo ai giardinetti con la nonna. Adesso saprei riconoscerla come l’odore di casa dopo un lungo viaggio, scomporla in parti di ossigeno e smog, badate che cambia a seconda dell’ora. Ho sorriso. Mi sono sentita quasi quasi giusta, in equilibrio, fra tutto quello che ho passato e il futuro che tira, l’ignoto, che per esperienza so terrificante, incredibile e spettacolare: spero sia emozionante tanto quanto quello che ignoravo al compleanno dei diciotto e che ora chiamo ricordi, brutti e belli, comunque memorabili. Perché alla fine, qualunque siano l’età, i pensieri, i dolori, le fortune, i pensieri vecchi e quelli spensierati e la bilancia delle memorie fra buone e cattive, l’unica cosa che conviene tenerci stretta, come una prescrizione medica a un’insicurezza cronica, è che la vita non è insignificante.
La nostra vita non è mai insignificante. 
Non dimenticarlo e compi tutti gli anni che puoi.