sabato 7 maggio 2022

Come va?
Mi piacerebbe mandare questo messaggio a tutta la rubrica: due parole e un punto di domanda per un totale di sei semplici fonemi, che però chissà che differenza farebbero nella giornata di qualcuno, almeno, almeno nella mia. 
Se la risposta è bene, siamo fortunati. Forse vi risponderei con uno smile e di certo mi sorprenderei a immaginarvi sorridenti, sorridente, perché per me sarebbe una gran conquista imparare a contattare chi pensiamo, anche fuori dai film. Bastano coraggio, spensieratezza e fiducia q. b. e gli stessi ingredienti valgono per non vergognarci di essere chi siamo, che di solito è una buona base al benessere. 
Se invece la risposta al come va è male, mi dispiace; ci dispiace, ché l’empatia è altro allenamento a coraggio, spensieratezza e fiducia.
Se va male, vi direi – nulla, perché quando stai male, stai male e non c’è niente da consigliare. Solo il tempo e qualche fortuna possono curare. Però una cosa non riuscirei a trattenerla: fidati, si può stare bene. E anche se non posso fare niente, voglio almeno essere testimone, che stare bene è possibile e un diritto, che dobbiamo pretendere fortissimo. Quindi, se va male, fai spazio per una sola stupida idea, a cui prestare tutta la fede che riesci a elemosinarti: possiamo essere felici, nonostante tutto. Capita, davvero, che un giorno ti svegli e senza dirtelo, sei una persona diversa. Hai cambiato interni, l’arredamento è di tuo gusto, non sbatti più contro tutti quegli spigoli, ora c’è più spazio, una finestra da cui entra il sole e tu balli in mutande, anche se i vicini ti vedono. E ogni gesto diventa piacevole e ogni minuto sensato e ogni pensiero possibile e i respiri vanno fino in fondo; vivere non è più faticoso, al massimo stancante, ma va bene, come alla fine di uno spettacolo in cui siamo attori, autori, pubblico pagante e siamo andati in scena, nonostante tutto ed è stato un successo.
Allora, come va?