sabato 3 aprile 2021

Sono una brutta persona, lo sono sempre stata, fin dall’adolescenza, e lo sarò ancora, forse per molti anni.

Con tutte le altre brutte persone vorrei condividere un insegnamento, che ho imparato con fatica: se non ti succede qualcosa di brutto, che invece a qualcun altro è capitato, non è perché sei migliore. Questa dell’essere superiori per qualche motivo è la storiella che devi raccontarti, per dare un senso a qualcosa che senso non ha, perché non puoi reggere lo spavento della faccia della realtà: che le cose brutte capitano, a caso, anche a te. Allora cerchi di convincerti che sarai sempre seduto dalla parte della fortuna, basta impegnarsi, anche se la fortuna non ha fissa dimora e tu sei un’incidenza di incidenti esattamente come tutti gli altri, in questo caos che chiamiamo cosmo.


Confondere la propria fortuna per merito è fare come chi crede che la giornata andrà bene, solo se attraversando, non è uscito dai bordi delle strisce pedonali. Per questo non chiameremo le cose brutte sfighe, perché non sono sfighe, sono cose che capitano a qualcuno, ma potrebbero capitare a chiunque e chi se l’è beccate non è uno sfigato; è un umano esposto al vento della casualità, come tutti noi, solo che stavolta si è alzato il maestrale tutto su di lui.

Quindi, ripetiamo insieme: una vittima non ha colpe. No, non se lo meritava. No, non se l’è cercata. No, non è vittimismo, no, non ci sono se e non ci sono ma: una vittima non ha colpe. Chi gliene riconosce è solo qualcuno che non riesce a capire e dovrebbe quantomeno sforzarsi di provare.


Se proprio volete un campo in cui poter davvero eccellere, scegliete la comprensione, ché per divertirsi a immedesimarsi in qualcuno di diverso, non servono i personaggi di Netflix, basta il coraggio di guardare oltre alla punta del proprio naso. Perché se qualcosa non è un tuo problema, non significa che non sia un problema. Quindi, smettiamola di impedire alle persone di rivendicare un mondo migliore, perché potrebbe guastare la comodità delle ingiustizie, a cui siamo stati troppo a lungo abituati. 

E ripetiamolo insieme: il catcalling fa schifo. Non fatelo, non difendetelo e anzi, spargete la voce che le donne non sono dei gatti.

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