Ciao. Ho curato un libro.
È verde, grande, ma non pesante e sa di libro.
Dentro ci sono persone care, alcune a cui posso telefonare, altre no, altre non più e 366 poesie – una al giorno, compreso il 29 febbraio, perché non diciamo mai di no a un sole in più.
Ho imparato che per curare, non bisogna essere maghi, medici, o terapeuti. Ho dormito poco e male e ho tenuto il segreto, come di un regalo. Ho pianto e sorriso, quando una domenica d’estate, alle sei e mezza spaccate del mattino, ho finito questo libro, mentre per strada la voce di un bambino chiedeva al papà perché dovessero partire così presto.
Sull’agenda di quel giorno ho scritto: Mi sento intendente.
Se la vita di un insignificante animale umano ha un senso, è proprio di cercarselo, che suona molto simile a crearselo.
Si può trovare dove abitano i libri, in libreria.
Secondo me, si parte presto, perché nel silenzio del mattino ancora tenue, ci ascoltiamo meglio.
Questo libro è un crocevia, dove darci appuntamento.
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