sabato 7 novembre 2020

È notte fonda, l'ora in cui nessuno penserebbe di trovarti sveglia, se solo non avessi abituato il mondo ai tuoi occhi spalancati fino a presentire l'alba.
Bevo camomilla, faccio liste indulgenti di cose da fare e guardo video di Obama, perché mi aiuta a credere nella possibilità di svegliarmi domani – e potrebbe interrompersi qui la frase – di svegliarmi domani e trovare un panorama migliore. Intanto alleno il mio vocabolario mentale: ridere, abbracciare, viaggiare, anche solo per la mia città oltre i duecento metri da casa. Che poi per sapere quanti sono ho dovuto chiedere a Google Maps, perché con le distanze non sono mai stata brava, infatti sono ancora qua. Ma è bello a quest'ora essere gli unici svegli. Si può sentire il rumore del mondo, che non si ferma, anche se noi rimaniamo chiusi in casa.
Sarà una relazione a distanza. Alla fine avremo un'intera città di voglia di rivederci e allora rimpiangeremo le ore perse a non dormire, ma non le sentiremo per l'adrenalina di una vita nuova, di nuovo, in un mondo dal panorama forse migliore.

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